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Isola del Giglio (Toscana)

L'Isola del Giglio è la meta ideale per tutti coloro che amano un rapporto genuino con la natura e l’affascinante mondo sottomarino.

 

 

L'isola

L'Isola del Giglio è la meta ideale per tutti coloro che amano un rapporto genuino con la natura ed il rustico ambiente paesano, il mare, le passeggiate, il bird-watching, i minerali e l’affascinante mondo sottomarino. Ad ognuno la scelta della propria dimensione, per ritagliarsi su misura la propria vacanza ideale in questo mondo che ogni mattina ci va sempre più stretto.

 

Geografica

L'isola del Giglio è la seconda per estensione (21,2 km2) dell'arcipelago toscano dopo l'isola d'Elba e dista 13 km dal promontorio dell'Argentario.
Di natura quasi ovunque granitica, rivestita da pini marittimi e da arbusti tipici della macchia mediterranea (lecci, corbezzoli), l'isola ha una morfologia montuosa, culminando nel Poggio della Pagana (496 m). Le coste sono scoscese, rocciose e orlate di scogli, a eccezione della spiaggia Campese, piuttosto estesa, situata a nord-ovest, e di alcune cale che si aprono nella parte orientale dell'isola. La popolazione, vive nei tre centri di Giglio Porto, Giglio Castello (situato nell'interno dell'isola, in posizione dominante e racchiuso dalla cinta di mura medievali), e Campese, sulla spiaggia omonima. L'economia poggiava sull'agricoltura (diffusa era la vite), sulla pesca, ma soprattutto ora sul turismo balneare e subacqueo, grazie anche alla bellezza dei fondali costieri.

 

Storia

Nata 4,5 - 5 milioni di anni fa, l’Isola del Giglio, deve alla sua posizione geografica "strategica" l'origine della sua storia avventurosa e contesa. Già abitata dall'età della Pietra e successivamente scelta dagli Etruschi come probabile avamposto militare, il Giglio visse uno dei momenti di maggior splendore sotto il dominio romano della Famiglia dei Domizi - Enobardi, proprietari della monumentale villa patrizia sita in loc. Castellari, (oggi visitabile soltanto la cetaria) diventando un nodo marittimo fondamentale negli scambi fra le Province, come dimostrano i numerosi relitti nelle acque antistanti l'Isola e le menzioni nella letteratura dell'epoca (Giulio Cesare "De Bello Civili I" - Plinio "Historia Naturalis" - Antonino Augusto "Itinerarium Maritimum" Rutilio Namaziano).
Nell'805 Carlo Magno donò l'Isola all'Abbazia delle Tre Fontane, ma dopo varie vicende passò agli Aldobrandeschi, ai Pannocchieschi, ai Gaetani, agli Orsini e al Comune di Perugia.
Nel 1241 nelle acque gigliesi, la flotta di Federico II distrusse quella genovese che portava a Roma i prelati per il Concilio convocato da Gregorio IX contro lo stesso Imperatore.
Dal 1264 l'Isola fu tenuta dai Pisani, ai quali si deve la struttura urbanistica di Giglio Castello. Nei secoli successivi, l'Isola subì numerose dominazioni compresa quella dei Medici di Firenze dagli inizi del XV secolo. Purtroppo in quel periodo, essa subì numerose scorribande saracene, una delle più disastrose ad opera del Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa.
Il 18 novembre 1799 segna la fine delle incursioni barbaresche nonché l'eroica vittoria dei Gigliesi contro i "Turchi". Da questo momento inizia un periodo più tranquillo, che favorì una ripresa economica e demografica, con la ripresa dell'attività agricola e con l'inizio dello sfruttamento minerario (limonite, ematite, pirite) e l'apertura delle cave di granito, attività, entrambe, già in auge ai tempi dei Romani (molte colonne dell'antica Roma, e di alcune Basiliche italiane sono in granito del Giglio). In seguito alla chiusura della miniera di pirite nel 1962, ebbe inizio l'attuale realtà dell'Isola del Giglio: l'avventura "turismo". Da non dimenticare che il nome GIGLIO non deriva dal fiore, né dalla dominazione fiorentina, ma deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco capra ovvero Aegilium : Isola delle Capre.